lunedì 1 dicembre 2025
Cittadinanza divisiva: perché Firenze deve dire no a Francesca Albanese

C’è un fantasma che si aggira nelle stanze di Palazzo Vecchio: quello di Francesca Albanese, funzionaria ONU e figura di riferimento del movimento ProPal. Mercoledì mattina, nella Commissione consiliare Diritti e Pace, è atteso il voto sulla proposta – avanzata dai gruppi della sinistra radicale – di conferirle la cittadinanza onoraria di Firenze.

Non è la prima volta che la delibera approda all’ordine del giorno, quasi fosse una priorità rispetto alle tante questioni cittadine ancora irrisolte. Già a ottobre la decisione sembrava vicina, ma le divisioni interne al Partito Democratico e le imminenti elezioni regionali portarono a un rinvio.

Ora Dimitri Palagi e i suoi tornano alla carica, proprio mentre la Albanese è di nuovo al centro delle polemiche per una dichiarazione dai toni accesi in difesa dei manifestanti che hanno devastato la redazione de La Stampa a Torino. Non è un episodio isolato: in questi mesi la pasionaria si è fatta più volte notare per affermazioni sopra le righe, talvolta considerate al limite dell’antisemitismo.

Il punto più basso fu forse lo scontro con il sindaco di Reggio Emilia, criticato in presa diretta per aver invocato la pace in Medio Oriente parlando delle ragioni di palestinesi e israeliani.

Nonostante tutto ciò, alcuni consiglieri fiorentini sembrano intenzionati a procedere verso il conferimento del più alto riconoscimento civico. Per questo rivolgiamo un appello: fermatevi finché siete in tempo.

Firenze è la città di La Pira, la città della pace e del dialogo. Non può essere la città di chi parla di vendetta e utilizza un linguaggio violento.

Appello condiviso da Francesco Casini e Francesco Grazzini (nella foto in basso) di Italia Viva – Casa Riformisti, gli unici due consiglieri a esprimersi pubblicamente.

«La proposta di assegnare la cittadinanza onoraria di Firenze a Francesca Albanese è irricevibile, divisiva e totalmente fuori luogo. Chiediamo che il Consiglio comunale la respinga senza esitazioni», dichiarano gli esponenti renziani.

«Firenze non può prestare il suo nome e la sua storia – proseguono – a un’operazione politica che nulla ha a che fare con la pace e con il dialogo.

È assurdo che si proponga la cittadinanza onoraria di Firenze a chi ha rivolto parole vergognose sulla senatrice Liliana Segre, alla quale nella scorsa legislatura era stata dedicata anche una commissione del nostro Consiglio Comunale. Chi attacca una donna che ha attraversato l’orrore della Shoah non può ricevere onorificenze da Firenze: è una contraddizione morale, civile e politica».

Per non dimenticare le dichiarazioni gravissime sugli ostaggi israeliani e le più recenti sul “monito” alle redazioni dopo l’assalto al quotidiano La Stampa. Parole talmente gravi che sono riuscite a oscurare perfino le mobilitazioni di chi si batte pacificamente contro la guerra.

E se Comuni come Bologna stanno riflettendo sulla possibile revoca della cittadinanza onoraria concessa in passato, Firenze non può fare il percorso inverso. Sarebbe un errore politico, istituzionale e simbolico enorme.

«Per questo – concludono Casini e Grazzini – diciamo con chiarezza che voteremo contro a qualsiasi atto in merito alla cittadinanza onoraria a Francesca Albanese. Firenze, come si ricorda nella stessa risoluzione, è città di pace, non di estremismi. Non accetteremo che venga trascinata in scelte ideologiche che spaccano la comunità e che offendono il valore stesso delle nostre istituzioni».

× Grazie di aver espresso gradimento per questo articolo
Scrivi un commento