venerdì 26 febbraio 2021
“Con le mie foto vi racconto cos'è per me Notre-Dame de Paris”

Mancano poche settimane al secondo anniversario dell'incendio alla flèche di Notre-Dame di Parigi. Era il tardo pomeriggio del 15 aprile 2019 quando da un cantiere in corso si sprigionarono le fiamme che danneggiarono pesantemente tutta la copertura della cattedrale e buona parte della stessa. Tutta la Francia, l'Europa e il mondo intero rimasero incollati per ore alla televisione, con il fiato sospeso, per assistere a quelle tremende immagini, tirando poi un gran sospiro di sollievo alla scampata distruzione totale.

Anestetizzati da questo anno pandemico, mi sono accorto che eventi come quello di Notre-Dame sono stati frettolosamente archiviati dalla memoria collettiva. Tutti presi dalla crisi sanitaria, economica e sociale che il mondo sta attraversando, ci siamo dimenticati dei simboli e della loro importanza per il nostro futuro. Proprio per ridestarci da questo torpore sono andato a trovare Jacopo Masini, 40enne di Firenze, docente di religione, con una grande passione per la fotografia e per Parigi, che ha contagiato anche la sua bella famiglia composta dalla moglie Sofia e dalle figlie Arianna e Selene.

Alla fine del 2020, Jacopo ha avuto il merito di dare alle stampe un album che raccoglie i suoi 22 migliori scatti al monumento francese prima della tragedia di due anni fa. Lo ha intitolato “Notre-Dame. La memoria della luce” ripensando a quanto scriveva Henri Cartier-Bresson secondo cui “la fotografia è un'azione immediata, il disegno di una meditazione”. “Questo libro nasce da un grande amore e da un grande dolore. Soprattutto da una grande passione”, mi dice Jacopo che, grazie alla Parrocchia di Santa Lucia e alla sua Casa editrice La Parola per strada, ha sfruttato l'occasione di soffermarsi sulla memoria di un luogo così significativo e su come appunto la fotografia potesse essere lo strumento più adatto per farlo.

Sfogliando insieme a lui l'album dei ricordi e delle emozioni, il fotografo fiorentino sottolinea che “Notre-Dame per me ha sempre rappresentato un luogo importante per la mia storia e per il mio legame con Parigi: avevo 16 anni la prima volta che vi entrai e ricordo benissimo ancora oggi lo stupore difficilmente esprimibile a parole che mi colse. Molte volte ci sono tornato e sempre ho affidato pensieri e riflessioni importanti negli snodi decisivi della mia vita. Ci sono tornato l'ultima volta nel novembre 2018 e anche allora ebbi la stessa chiara emozione nel cuore e compii lo stesso gesto; fermarmi davanti all'ingresso e guardare i campanili che toccavano il cielo”.

Le immagini, infatti, sono importanti perché bloccano i ricordi e ci richiamano all'importanza dei simboli. “Queste fotografie, nella loro assoluta semplicità, vogliono fermare il tempo sulla memoria di ciò che Notre-Dame è stata prima dell'incendio che l'ha piegata e ferita, ma non distrutta, mettendo in rilievo proprio come la Luce sia la modalità più diretta per richiamare il ricordo ad un presente senza tempo”.

A questo punto la domanda è perché fotografare un monumento, una chiesa, un luogo. “La risposta è nelle immagini stesse che ho scelto: diverse angolature, differenti punti di vista per descrivere con la Luce, in soli 22 scatti, che cosa sia Notre-Dame per me. Narrare una simile architettura e un paesaggio così imponente è stato proprio descrivere come una persona, e soprattutto il modo in cui ho guardato me stesso in questo luogo. Fotografare qualcosa è davvero come fotografare qualcuno: rapportarsi ad esso, rispettarne la verità e il valore effettivo, porre una distanza fondamentale senza la quale non si potrebbe visualizzare l'immagine. Ogni foto è un ritratto: di qualcosa, di qualcuno, di se stessi”.

Il libro di Jacopo, disponibile presso la Libreria San Paolo di Firenze e sui canali online della casa editrice, si arricchisce della prefazione di Filippo Belli il quale evidenzia che “la cattedrale di Notre-Dame è uno degli emblemi della città di Parigi, di tutta la nazione francese e in qualche modo dell'umanità tutta. Essa, con la sua maestosa bellezza e imponenza afferma l'appartenenza e partecipazione a un mondo culturale, artistico, religioso che è nostro da secoli”. Inoltre l'incendio “rimane come una ferita aperta. E' una ferita che ci appartiene, è la ferita della nostra casa comune umana che ha bisogno di segni che le ricordino le cose essenziali della vita”.

Notizie positive giungono sul fronte dei lavori di restauro e di abbellimento della chiesa. Infatti, nonostante le complicazioni burocratiche, un problema di inquinamento e il maltempo, i lavori di consolidamento della cattedrale sono stati completati al fine di garantire la stabilità dell’edificio, che era stata compromessa dalla distruzione del tetto e dai danni alle volte. Dallo scorso dicembre, inoltre, l’agenzia per il restauro di Notre-Dame, istituita con una legge approvata nel luglio 2019, è pienamente operativa, con circa 50 persone tra tecnici e personale amministrativo. Compito dell’agenzia è il coordinamento di tutte le operazioni, la raccolta dei fondi provenienti da donatori pubblici e privati, la gestione delle gare d’appalto e delle spese e l’informazione del pubblico in merito all’avanzamento dei lavori.

L'augurio è che al più presto Notre-Dame sia restituita in tutto il suo splendore ai parigini e al mondo intero.

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