mercoledì 26 novembre 2025
Fine vita: conformismo toscano o coraggio sardo? Il caso Cozzolino

La decisione del Governo di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge sarda sul suicidio assistito riporta al centro del dibattito pubblico uno dei temi più divisivi degli ultimi anni. E fa riemergere una figura che, nei mesi scorsi, aveva fatto notizia per una scelta controcorrente: quella del consigliere regionale Lorenzo Cozzolino, unico esponente della maggioranza in Sardegna ad aver votato contro la norma, ricalcata sul testo approvato poco prima in Toscana.

Cozzolino non è un politico qualunque. Pediatra, con una lunga esperienza nel volontariato cattolico, classe 1955, ha alle spalle un percorso amministrativo iniziato a Cagliari come consigliere comunale, poi assessore provinciale, fino all’approdo in Consiglio regionale. Eletto con il Partito Democratico, oggi siede tra gli indipendenti nell’area socialista.

Proprio il suo profilo professionale e umano ha guidato la scelta di dissociarsi dalla linea della maggioranza. Nel suo intervento in Aula – divenuto virale sui social e ripreso oltre i confini dell’isola – Cozzolino ha parlato con toni misurati, definendo il fine vita “un tema di estrema delicatezza” e spiegando che il suo voto non nasceva da logiche politiche, ma da una “scelta di coscienza”.

Da medico, ha ricordato di aver sempre interpretato la professione come un impegno “a custodire la vita, non a interromperla”, sottolineando la necessità di accompagnare le persone nel momento della fragilità, senza ricorrere – a suo giudizio – a un atto che pone fine deliberatamente all’esistenza. Un orientamento rafforzato anche dalle sue convinzioni religiose, per le quali la vita è “un dono che non spetta all’uomo togliere”.

Nel suo discorso, Cozzolino ha invitato alla cautela e al confronto autentico sul significato di dignità e libertà personale, riconoscendo la complessità delle situazioni di sofferenza estrema. Ha ammesso che nessuna norma può contenere una risposta assoluta, ma ha ribadito che la sua coscienza e la sua storia professionale lo rendevano impossibilitato a sostenere il testo di legge.

La sua presa di posizione ha suscitato reazioni e consensi anche fuori dalla Sardegna, specie se confrontata con quanto accaduto in Toscana, dove nessun consigliere di maggioranza – pur dichiarandosi cristiano – aveva votato in dissenso sulla legge regionale sul fine vita.

Contattato successivamente, Cozzolino ha confermato la natura profonda della sua scelta: “La vita umana ha un valore intrinseco e inviolabile, che nessuna legge può relativizzare. Per me, come cristiano e rappresentante delle istituzioni, era doveroso testimoniarlo”.

E ha aggiunto un messaggio che sintetizza il senso del suo gesto: “Non è facile esprimere una posizione controcorrente, ma la politica ha bisogno di parole autentiche, capaci di richiamare principi e valori fondanti. La voce di ciascuno può avere un’eco più ampia e contribuire a costruire coscienza e speranza”.

Nel dibattito sul fine vita, dove spesso prevalgono schieramenti e automatismi, il caso Cozzolino apre una domanda più ampia: quanto spazio c’è, oggi, per il coraggio della coscienza individuale?

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