
Un manifesto per una politica che torni a costruire legami
In un tempo segnato da sfiducia e disorientamento, parlare di politica come luogo della speranza può sembrare un paradosso. Eppure è proprio da questa convinzione che nasce “Speranza è politica”, il manifesto che la Compagnia delle Opere Toscana presenterà giovedì 9 ottobre a Firenze: un documento che vuole rilanciare il senso dell’impegno civico e proporre piste di lavoro concrete per la prossima consiliatura regionale.
Il testo, elaborato nei mesi scorsi attraverso un confronto diffuso tra imprese, associazioni, professionisti, operatori sociali e del terzo settore, intende offrire un contributo di pensiero e di proposta alla politica toscana. Non un programma elettorale, ma uno strumento di dialogo, per “costruire legami reali e liberare forze positive” – come recita il sottotitolo del manifesto.
La sfida del bene comune
Il documento si apre con una riflessione di ampio respiro: le elezioni, scrive la CdO Toscana, sono un’occasione per “interrogarsi sul proprio futuro e sul ruolo che la politica deve avere per custodire e promuovere il bene comune”.
In un contesto “nazionale e internazionale complesso”, segnato da smarrimento, rassegnazione e disinteresse, il testo invita a riscoprire la responsabilità personale e comunitaria. “Nonostante tutto – si legge – persone, famiglie, imprese, professionisti e realtà del terzo settore continuano a muoversi con speranza, costruendo risposte al desiderio di bene e di giustizia per sé e per tutti”.
La Toscana, ricordano gli autori, è una terra che “nei secoli ha saputo coniugare la solidarietà e la cura con la produzione di ricchezza, lo sviluppo economico e quello artistico”. È la regione che ha generato ospedali, confraternite, Misericordie, università e banche, ma anche una rete diffusa di piccole e medie imprese che rappresentano la creatività e la forza del territorio.
La politica, si afferma, deve tornare a riconoscere, valorizzare e sostenere questa ricchezza sociale e produttiva, evitando il rischio di un approccio burocratico o ideologico. A sostegno di questa idea, il manifesto richiama le parole di don Luigi Giussani: “Un partito che soffocasse, che non favorisse o non difendesse questa ricca creatività sociale, contribuirebbe a creare o mantenere uno Stato prepotente sulla società” (1987).
Educazione e formazione: la famiglia al centro
Tra i temi considerati prioritari, il primo è quello dell’educazione e della formazione.
La CdO Toscana riconosce come positiva la misura della gratuità dei nidi, che ha reso accessibili i servizi educativi a molte famiglie, ma chiede che venga “confermata e consolidata nel tempo”.
Il documento ribadisce poi il ruolo insostituibile della famiglia come primo luogo educativo, e propone voucher scolastici progressivi in base al reddito, per garantire la libertà di scelta educativa e sostenere anche studenti con disabilità o bisogni educativi speciali.
Ampio spazio è dedicato alla formazione tecnica e professionale: gli ITS vengono considerati strumenti strategici contro la dispersione scolastica e per l’acquisizione di competenze spendibili nel mondo del lavoro. Da qui la richiesta di un maggiore coinvolgimento delle imprese e dei corpi intermedi nella loro governance.
Sul fronte universitario, la CdO chiede di rafforzare il diritto allo studio, con più alloggi, borse adeguate e voucher abitativi, affinché ogni studente possa proseguire il proprio percorso.
Sanità e sociale: ricostruire la relazione di cura
Il secondo ambito di proposte riguarda sanità e politiche sociali.
Pur riconoscendo il valore del Servizio Sanitario Toscano, il manifesto invita a una profonda revisione del sistema, per adattarlo a una società che invecchia e presenta bisogni nuovi.
“La vera sfida – si legge – è ricostruire una sanità basata sulla relazione di cura e sull’integrazione sociosanitaria”, capace di valorizzare il lavoro dei medici e dei professionisti, contrastando la loro crescente demotivazione.
La CdO Toscana esprime inoltre preoccupazione per la recente legge regionale sul fine vita, chiedendo invece un rilancio delle cure palliative come priorità sanitaria.
Un passaggio centrale è dedicato al principio di sussidiarietà, che invita a un rapporto più equilibrato tra pubblico e privato accreditato.
La Toscana, prima regione ad aver approvato una legge sul Terzo Settore (n. 65/2020), secondo la CdO deve ora puntare a una attuazione concreta della co-programmazione e co-progettazione, rendendo meno burocratico il rapporto con le realtà sociali e comunitarie.
Impresa, lavoro e infrastrutture: valorizzare chi costruisce
La CdO Toscana dedica poi un ampio capitolo alle politiche per l’impresa, cuore pulsante del tessuto economico regionale, composto in gran parte da PMI e microimprese.
Tra le richieste principali: la semplificazione amministrativa, una formazione più aderente ai bisogni delle aziende, l’introduzione di strumenti di welfare aziendale e l’apertura del sistema di accreditamento formativo per favorire pluralità e innovazione.
Sul fronte infrastrutturale, il manifesto sollecita interventi per completare e potenziare le arterie extraurbane e ferroviarie, in particolare lungo l’asse est-ovest e verso i porti, e il completamento della copertura digitale 5G nelle aree rurali e montane.
Ambiente e custodia del territorio
L’ultimo capitolo è dedicato all’ambiente, con un appello a una gestione più preventiva e integrata del rischio idrogeologico e alla valorizzazione delle aziende agricole come presidio del territorio.
Il documento si chiude con una citazione del Papa Leone XIV (dal discorso per il decennale della Laudato si’): “Dio ci chiederà se abbiamo coltivato e custodito bene questo mondo, a beneficio di tutti e delle generazioni future”.
Una politica che torni a essere generativa
La parte conclusiva del manifesto assume un tono quasi personale, come un invito rivolto a ogni cittadino: le elezioni, si legge, sono “un’occasione preziosa per interrogarsi sul compito che spetta a ciascuno di noi nella ricerca del bene comune”.
Il testo richiama un celebre discorso di Papa Francesco rivolto ai politici: “Quali legami reali ho costruito, quali forze positive ho liberato? Quanta pace sociale ho seminato? Che cosa ho prodotto nel posto che mi è stato affidato?”.
È dentro questo orizzonte che la Compagnia delle Opere Toscana invita a un dialogo aperto, non schierato, con chi sarà chiamato a rappresentare la popolazione toscana.
“Speranza è politica” non è soltanto il titolo di un documento, ma una visione: quella di una politica capace di tornare a costruire, mettendo al centro la persona, la comunità e la responsabilità condivisa per il bene comune.
