giovedì 16 aprile 2020
"Tutti a casa ma la solidarietà non si ferma"

Sono giornate e settimane intense per il Banco Alimentare di Firenze. La quarantena ha fatto crescere in maniera abbastanza prevedibile le richieste di aiuto. Con il passare delle settimane, infatti, sono sempre di più le associazioni, le parrocchie e le fondazioni che si mettono in contatto con il magazzino della Mercafir per ritirare pacchi alimentari da distribuire ai bisognosi. Nulla di nuovo per il Banco che, da tanti anni, è un punto di riferimento per la rete caritativa che si muove in Toscana, soprattutto in occasione della Colletta annuale di fine novembre. Certamente l'emergenza sanitaria ha imposto un cambio di passo per rispondere a quella che si prefigura come una delle crisi economiche più dure degli ultimi anni. Nella struttura del quartiere Novoli, perciò, il lavoro non manca. Fuori i volontari over 65, che sono stati tenuti a casa per precauzione, il magazzino si è riorganizzato attorno a un bel gruppo di giovani studenti che va ad affiancarsi alla struttura consolidata del Banco. Tra gli altri c'è anche Francesco Grazzini che svolge il suo servizio come volontario ma anche componente del Consiglio direttivo. Lo abbiamo sentito per farci raccontare come si vive dal di dentro questo inaspettato passaggio storico.

Francesco, la pandemia ha fatto emergere il bisogno di tante persone. Il Banco Alimentare come pensa di essere al loro fianco?
Effettivamente ci siamo subito accorti che le richieste sono aumentate e con esse il lavoro da compiere in magazzino per raggiungere il maggior numero di persone. Ogni giorno veniamo contattati da associazioni e parrocchie ma ci sono anche tanti singoli e famiglie che ci scrivono sulla nostra pagina Facebook per avere un aiuto. C'è tanto da fare ma, per fortuna, possiamo contare su una rete di giovani che stanno dando una mano, in supplenza dei volontari storici che non possono essere con noi per ovvie ragioni.

Parlando in una Piazza San Pietro deserta, Papa Francesco ha ricordato che siamo tutti sulla stessa barca. Come questa nuova consapevolezza si tramuta in impegno concreto?
Il bisogno delle persone è lampante ma c'è stata un'altrettanta bella risposta dei dipendenti del Banco e dei volontari. In queste settimane si sono avvicinati a noi tanti giovani che magari avevano soltanto partecipato al gesto della Colletta. E' una ricchezza importante perché in magazzino le cose da fare non mancano, da quelle pratiche a quelle più burocratiche. E poi c'è anche da dire che insieme alle richieste arrivano anche tante donazioni.

Puoi raccontarci qualche episodio che ci aiuta ad entrare nel movimento di generosità che si sta verificando?
Le donazioni sono importanti perché sono il segno che, mentre tutti sono a casa, la solidarietà non si ferma. A inizio aprile, ad esempio, la gelateria Venchi di Via Calzaiuoli ci ha donato oltre 200 kg di gelato che noi abbiamo prontamente distribuito ad alcune strutture del territorio. L'Antico Vinaio, invece, ha comprato 200 uova di pasqua della Fondazione Tommaso Bacciotti Onlus destinandole alle famiglie in difficoltà. Donazioni importanti sono arrivate anche da McDonald?s, Chef Express e da Agri_Food. Come vedete, nelle difficoltà sappiamo dare il meglio di noi stessi.

Puoi raccontarci come si svolge la giornata al Banco?
Siamo aperti tutta la settimana. Ogni giorno ci sono due turni per la consegna della merce alle parrocchie, alle misericordie e alle altre associazioni che ci raggiungono in sede. I volontari organizzano i pacchi e li caricano sui furgoni, rispettando tutte le regole sanitarie. C'è poi il lavoro di smistamento della merce che arriva da Esselunga e che bisogna selezionare con cura. Importante è anche il lavoro degli uffici che curano la parte amministrativa, i contatti con l'esterno, la raccolta fondi, il centralino e la ricerca dei volontari.

Passata l'emergenza sanitaria, bisognerà affrontare la crisi economica. Come pensa di attrezzarsi il Banco per una sfida così epocale?
E' chiaro che da soli non ce la facciamo. Occorre fare rete tra tutti i soggetti che già in questo momento sono in prima linea: il Banco, la Caritas, i Comuni, la Regione. C'è un bisogno così generalizzato che si intravvede una situazione economica molto pesante per il futuro. Perciò è fondamentale ragionare sul lungo periodo, per dare continuità a ciò che si sta facendo in queste settimane. Noi come Banco siamo pronti a fare la nostra parte. Non ci tireremo indietro.

Per concludere, raccontaci la tua esperienza di volontario. Cosa aggiunge il Banco alla tua vita?
Sto vivendo questa esperienza come una possibilità di servizio a chi ha bisogno e, con il passare dei giorni, sono grato per la possibilità di vedere il bello di andare incontro all'altro. Per la mia vita significa approfondire le ragioni di questo impegno che nell'ultimo anno si è fatto più intenso. Stare al Banco è bello perché si respira un clima positivo, ci sono tante persone che vogliono dare una mano in maniera disinteressata.

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