
“Si può vivere così”: la mostra di Frassati a Firenze per 2 settimane
Firenze si prepara a festeggiare San Pier Giorgio Frassati, canonizzato insieme a Carlo Acutis soltanto il 7 settembre scorso da Papa Leone in una affollatissima celebrazione in piazza San Pietro.
L'occasione è data dalla mostra “Si può vivere così”, curata dalla Compagnia dei tipi loschi, che sarà accolta in due spazi della città: dal 25 settembre al 2 ottobre presso il chiostro della chiesa di San Michele a San Salvi e, successivamente, dal 3 al 9 ottobre presso la chiesa Beata Vergine Maria Regina della Pace nel quartiere di Novoli.
Si tratta di un'iniziativa molto utile per conoscere meglio una figura così vicina al mondo giovanile. Oltre alla mostra, infatti, sarà possibile partecipare a due incontri di presentazione che si terranno giovedì 25 settembre alle 21:15 a San Salvi con il parroco don Pierfrancesco Amati mentre alla Regina della Pace l'appuntamento è per sabato 4 ottobre, alle 18:30, dove interverranno direttamente i curatori della mostra.
L'invito è chiaramente rivolto a tutti ma in particolar modo alle scolaresche, ai gruppi adolescenti e giovani delle parrocchie, delle associazioni e dei movimenti ecclesiali. In entrambe le sedi la mostra resterà aperta tutti i giorni dalle 9:30 alle 12:00 (la domenica fino alle 13:00) e dalle 16:00 alle 19:00. Al mattino, presso Maria Regina della Pace occorre prenotare. Tutte le informazioni utili sulla mostra si possono avere scrivendo all’indirizzo mail: frassatiafirenze@gmail.com oppure telefonando al numero 3483716215 dalle 19:00 alle 21:00.
I pannelli mostrano l’immagine vera di un uomo che è nella capacità, nell’energia di essere una presenza, tra chi gli vive accanto, nell’ambiente in cui opera. Essere presenza significa avere un volto, essere una personalità, rappresentare qualcosa, qualcuno. Nel Vangelo c’è qualcosa di simile, quando Gesù parla della necessità di essere testimonianza, presenza e segno. Per essere sicuro di essere compreso, Gesù ricorre ad un paragone accessibile a tutti: quello del sale: “Se il sale diventa scipito, a che vale se non ad essere gettato per terra così che faccia da ghiaia per chi ci deve camminare?”.
Pier Giorgio Frassati era una valanga di vita. Non riusciva mai a passare inosservato. Ed anche le testimonianze di chi lo ha frequentato sono molto esplicite in proposito.
Nasce il 6 Aprile 1901 a Torino da una famiglia ricca borghese. Quando, fanciullo, apprese i primi racconti del Vangelo, Pier Giorgio ne restò colpito, a volte in modo così profondo da diventare protagonista di gesti inattesi in un bimbo tanto piccolo.. I Frassati erano una delle famiglie più in vista della città, di estrazione alto-borghese, ma Pier Giorgio Frassati preferì essere il "facchino" dei poveri, trascinando per le vie di Torino i carretti carichi di masserizie degli sfrattati... e come membro della Conferenza di S. Vincenzo visitare le famiglie più bisognose per portarvi conforto e aiuto materiale. Vi si recava generalmente al mattino, prima delle lezioni all'Università, oppure nelle uscite serali, carico di pacchi.
Dinamico, volitivo, pieno di vita, Pier Giorgio amava i fiori e la poesia, le scalate in montagna. Spesso raggiungeva a piedi il Santuario della Madonna di Oropa. Arrivato al Santuario, dopo un'ora di marcia e completamente digiuno, era solito assistere alla Santa Messa, poi faceva la Comunione e nel ritorno verso casa recitava il Rosario lungo la via, ad alta voce, cantando le Litanie.
Il 28 maggio 1922, nella chiesa torinese di San Domenico, ricevette l'abito di terziario domenicano: Pier Giorgio, da fervente discepolo di San Domenico, recitava ogni giorno il Rosario, che portava sempre nel taschino della giacca, non esitando a tirarlo fuori in qualsiasi momento per pregare, anche in tram o sul treno, persino per strada. "Il mio testamento - diceva, mostrando la corona del Rosario - lo porto sempre in tasca".
Il 30 giugno 1925 Pier Giorgio accusa degli strani malesseri, emicrania e inappetenza: non è una banale influenza, ma una poliomielite fulminante che lo stronca in soli quattro giorni, il 4 luglio, tra lo sconcerto e il dolore dei suoi familiari e dei tanti amici e conoscenti, a soli 24 anni. Sulla sua scrivania, accanto ai testi universitari, erano aperti l'Ufficio della Madonna e la vita di Santa Caterina da Siena. Nasceva alla vita del Cielo di sabato, giorno mariano, così come anche di sabato, il Sabato Santo di ventiquattro anni prima, era venuto al mondo. È stato beatificato da Giovanni Paolo II il 20 maggio 1990. La canonizzazione era già stata decisa da Papa Francesco per il 25 aprile. La sua morte ha annullato l'appuntamento che poi è stato rifissato da Papa Leone per lo scorso 7 settembre.
Nel corso dell'omelia, il Santo Padre ha detto che “Pier Giorgio ha incontrato il Signore attraverso la scuola e i gruppi ecclesiali – l’Azione Cattolica, le Conferenze di San Vincenzo, la FUCI, il Terz’Ordine domenicano – e lo ha testimoniato con la sua gioia di vivere e di essere cristiano nella preghiera, nell’amicizia, nella carità. Al punto che, a forza di vederlo girare per le strade di Torino con carretti pieni di aiuti per i poveri, gli amici lo avevano ribattezzato “Frassati Impresa Trasporti”! Anche oggi, la vita di Pier Giorgio rappresenta una luce per la spiritualità laicale. Per lui la fede non è stata una devozione privata: spinto dalla forza del Vangelo e dall’appartenenza alle associazioni ecclesiali, si è impegnato generosamente nella società, ha dato il suo contributo alla vita politica, si è speso con ardore al servizio dei poveri”.

