mercoledì 26 ottobre 2022
Una piazza per don Gnocchi, "padre dei mutilatini" e pioniere della riabilitazione

Sacerdote, educatore e soprattutto pioniere di una nuova e moderna medicina riabilitativa in Italia. Ieri, nel giorno del 120° anniversario della sua nascita, la città di Firenze ha intitolato al beato don Carlo Gnocchi, il 'padre dei mutilatini', la piazza di nuova realizzazione nella zona di Torregalli dove si trova l’Istituto che porta il suo nome.

CHI E' DON GNOCCHI

Il beato Gnocchi nacque il 25 ottobre 1902 a San Colombano al Lambro, in provincia di Milano, da una famiglia umile. Entrò presto in contatto con il dolore perché il padre morì in giovane età così come i fratelli Mario e Andrea. Con grandi sacrifici, la mamma riuscì a permettergli di concludere gli studi in Seminario e il 5 giugno 1925 fu ordinato sacerdote. Si dedicò in particolare ai ragazzi e ai poveri. Durante la campagna di Russia fu cappellano militare tra gli alpini. Scrisse al cugino Mario Biassoni: “Sogno dopo la guerra di potermi dedicare per sempre ad un’opera di carità. Ecco la mia carriera”. Nel 1948 fondò la fondazione Pro Infanzia Mutilata, poi diventata Projuventute. Accanto a don Gnocchi operarono alcuni sacerdoti e fu aiutato dall’Opera don Orione, dai Fratelli delle Scuole Cristiane e da molti laici. Attualmente la sua opera raccoglie non solo i mutilatini, ma anche gli orfani e gli emarginati di ogni tipo. Morì per un tumore nel 1956.

LA PRESENZA A FIRENZE

La presenza dell’opera di Don Carlo Gnocchi a Firenze risale al 1951, anno in cui il “Collegio delle fanciulle mutilate”, ospitato presso la storica villa di Pozzolatico, entrò a far parte della sua Fondazione. In questa storica struttura sulle colline fiorentino furono accolte prima le bambine mutilate e poi quelle affette da poliomielite. Esauritesi queste emergenze, l'istituto divenne un moderno e attrezzato Centro di riabilitazione, fino ad essere, all’inizio degli anni ’80, un polo di riferimento per il trattamento delle scoliosi e delle malattie di origine artrosi e reumatica. Negli anni successivi, il campo di azione si ampliò ulteriormente dedicandosi al settore neurologico indirizzato innanzitutto alle sclerosi multiple e alle distrofie muscolari. Iniziò così l’attività di riabilitazione, poi allargata alla riabilitazione respiratoria, cardiologica, alle protesi d’anca e alle algie vertebrali.

Il risultato più significativo di questo intenso lavoro si è avuto nel 1992, quando la Regione Toscana ha dichiarato il carattere scientifico della struttura di Pozzolatico, primo passo verso il riconoscimento di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), ottenuto con decreto interministeriale il 2 agosto 2000. Negli ultimi anni, tenuto conto delle difficoltà tecniche e organizzative legate alla ristrutturazione della sede storica, la Fondazione Don Gnocchi ha deciso di realizzare un nuovo e moderno Centro in Firenze, in località Torregalli. E così, nel 2011, dopo soli 3 anni di lavori, è stato inaugurato il nuovo Centro in via per Scandicci. L’ultimo sviluppo della struttura, in ordine di tempo, è l’apertura nel 2017 di un innovativo reparto di riabilitazione pediatrica.

LA CERIMONIA DI INTITOLAZIONE

Alla cerimonia di intitolazione della piazza erano presenti, tra gli altri, l'assessora alla memoria e alla toponomastica Maria Federica Giuliani, il cardinale arcivescovo Giuseppe Betori, il delegato della Città Metropolitana alla salute Nicola Armentano, il presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni, il presidente della Fondazione Don Gnocchi, don Vincenzo Barbante e il direttore generale, Francesco Converti e Paolo Bacciotti, presidente della Fondazione Tommasino Bacciotti.  

"Con questa intitolazione - ha dichiarato l'assessora Giuliani - vogliamo fare memoria della figura poliedrica di un prete straordinariamente moderno, che ha segnato in modo indelebile la storia sociale e civile italiana del secolo scorso, dell’alto valore sociale e assistenziale, educativo e scientifico della sua opera e sottolineare il suo legame operativo e concreto con la nostra città". "Un sacerdote pioniere della medicina riabilitativa a supporto dei tanti mutilati di guerra e di tante altre successive forme di  fragilità - ha detto il consigliere Armentano - Uno spazio della città accanto alla sede in un presidio socio sanitario di grande eccellenza, dove donne e uomini ogni giorno sono accanto alla sofferenza. Con competenza e, soprattutto, grande umanità”.

“Questo è un gesto che dà rilievo alla figura di don Gnocchi, grande uomo di Chiesa – ha ricordato il cardinale Betori – che ci richiama con la sua opera a dare il primato alla fragilità, mentre oggi solitamente diamo primato alla forza”. Parole a cui hanno fatto eco quelle del presidente della Fondazione, don Vincenzo Barbante che ha parlato dell’attualità dell’opera di don Carlo: “Un’opera nella quale la solidarietà si pone al servizio dei più fragili e di chi sente sulla propria pelle il senso del limite. La piazza intitolata a don Gnocchi è un luogo di incontro e di relazione e qui oggi ci incontriamo, persone con responsabilità e ruoli diversi, accomunati dal collaborare insieme per essere a servizio del bene”.

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