Nel parco verde della città una scuola di arte sacra contemporanea
Da alcuni anni il Parco delle Cascine è diventato teatro di episodi di microcriminalità, degrado e spaccio di droga tanto è vero che i fiorentini non lo considerano più un posto così tanto sicuro.
L'ultimo in ordine di tempo a denunciare questa situazione è stato il professore Carlo Sorrentino, presidente della Scuola di Scienze Politiche “Cesare Alfieri”, che ha parlato di posto abbandonato.
La soluzione? “L'unica cosa davvero necessaria è provare a cancellare lo stigma Cascine riempiendole di attività, di strutture, di motivi per andarci. Per far sì che cada il pregiudizio”.
Assecondando questa proposta, vogliamo provare a dare un contributo positivo raccontandovi un posto che si trova proprio nel parco più grande e bello della città ma che probabilmente la maggioranza dei fiorentini neppure conosce.
Ci riferiamo alla Scuola di Arte Sacra Contemporanea che, dal 2012, si trova in una palazzina al centro del polmone verde cittadino e forma decine di professionisti provenienti da tutto il mondo.
Siamo andati a visitarla per i nostri lettori in un piovoso martedì di questo strano maggio. Ad accoglierci al primo piano delle Pavoniere è stata Sofia Novelli che avevamo contattato dopo aver visto il suo quadro dedicato agli sposi Takashi Paolo Nagai e sua moglie Midori. Un'opera bellissima, commissionata da Rotary Club e presentata in occasione dell'ultima inaugurazione dell'anno accademico della Scuola.
Sofia è una delle docenti di pittura. Ha studiato al Liceo Artistico Leon Battista Alberti di Firenze e successivamente si è iscritta all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Una volta laureata ha iniziato il suo percorso di perfezionamento presso la Scuola d'Arte conclusosi poi brillantemente.
Insieme a lei compiamo un tour nelle stanze di quella che sembra una delle antiche botteghe così diffuse in città nel Rinascimento. Arriviamo quando sono appena concluse le lezioni della mattina. Alla spicciolata gli alunni si recano a mangiare mentre altri si attardano in laboratorio.
Iniziamo il nostro giro dalla stanza dedicata alla pittura. E' un tripudio di colori, di cavalletti, di pennelli e di tele. Alcune opere sono già pronte: l'Annunciazione, il Cieco nato, Maria e Giuseppe. Poi passiamo in rassegna la sezione della scultura. Ci sono bassorilievi e statue. Concludiamo con il laboratorio di oreficeria. Qui si prepara l'oggettistica che viene richiesta dalle più prestigiose basiliche di Firenze e di tutto il mondo
Nei corridori incontriamo diversi professori e studenti. Tutti salutano e si fermano a parlare. Si respira un clima molto positivo, evidentemente favorito dal mix culturale che caratterizza la Scuola. Gli iscritti provengono dai quattro continenti. Ci sono americani, russi, giapponesi, spagnoli, inglesi, italiani. Un taglio internazionale che consente quindi anche un'apertura senza confini sul mondo del sacro.
Mentre ci soffermiamo a parlare con Sofia la paura pranzo sta per finire e gli artisti tornano alle loro postazioni. La Scuola, infatti, permette di svolgere la libera professione nel pomeriggio per cui chiunque può commissionare un'opera ricevendo un progetto su misura, personalizzato ed esclusivo. Lo stesso vale anche per la “nostra” docente che svolge un'intensa attività professionale di cui potete farvi un'idea visitando il suo profilo Instagram.
Stiamo parlando di un mercato di nicchia ma il 78 per cento degli studenti trova impiego in una bottega artistica. Un dato rilevante che, come ci dice la stessa Sofia, dimostra come l'arte sacra sia immortale in quanto Dio parla anche attraverso le immagini. Una definizione che magari non è nelle corde dei nostri fratelli ebrei e musulmani ma che spiega bene il fenomeno di cui stiamo parlando.
Tornando all'organizzazione della Scuola diretta da Lucia Tanti, l'obiettivo è specializzare i propri studenti nella produzione di arte e artigianato sacro in uno dei tre campi disponibili che sono pittura, scultura e oreficeria. Accanto alla parte manuale, c'è anche una componente teologica e liturgica che arricchisce il percorso di formazione al lavoro.
Nel corso degli anni la Scuola ha ampliato la sua offerta. E' stato istituito un master e ci sono anche corsi di aggiornamento per docenti e professionisti legati al mondo del sacro. Un unicum a livello nazionale e internazionale che punta sull'incontro e il confronto tra studenti e docenti, artisti e artigiani.
Il motto è “Si impara, si realizza, si lavora”. Man mano che gli allievi crescono nelle loro capacità, vengono coinvolti nelle commissioni, imparando a interagire con la committenza e le sue esigenze.
Si comincia con il corso triennale, rivolto ai diplomati delle scuole superiori, che offre tecniche artistiche e artigianali, insieme alle materie teoriche, con un giusto equilibrio tra teoria e pratica. Si passa poi al master di I primo livello in modalità mista a cui si accede attraverso la laurea triennale.
Esistono poi corsi trimestrali oppure i cosiddetti corsi del sabato pensati con calendari e programmi su misura. Nei mesi estivi la Scuola organizza corsi intensivi della durata di un mese con visite ed escursioni artistiche nel capoluogo toscano. Infine, è giusto menzionare anche il corso di perfezionamento che è stato pensato per coloro che desiderano avere una formazione specifica sull'arte sacra.
Accanto alle tre botteghe di pittura, scultura e oreficeria ne è stata attivata una quarta, quella culturale, che progetta e realizza convegni, pubblicazioni e contenuti dei percorsi formativi e di aggiornamento in ambito teologico, culturale e storico – artistico.
Bastano queste informazioni per comprendere che la missione della Scuola è quella di formare una nuova generazione di artisti in grado di produrre opere di eccellenza nel campo del sacro ma anche di sviluppare le competenze tecnico – artistiche degli studenti attraverso la pratica di laboratorio e lo studio dal vero. Il valore aggiunto è certamente la possibilità di imparare da scambi culturali e artistici che in una città come Firenze sono molto frequenti e positivi.
Prima della teoria e della pratica, comunque, quando parliamo di arte sacra c'è anche un'altra dimensione da considerare che è quella della fede. Sofia ci racconta che ogni anno quando si raccolgono le iscrizioni la Scuola non chiede il proprio “credo” agli studenti. E' pur vero, però, che durante il corso di studi diversi alunni si sono convertiti al cristianesimo.
Perché il vero e il bello sono attrattivi. Questo vale per gli operatori del settore come per qualunque altra persona. Il cristianesimo non è un discorso, un'idea. Realizzare opere d'arte sacra significa identificarsi con quella storia, implicarsi personalmente, avere gli stessi sentimenti di Cristo. Una fede che poi traspare nei lavori realizzati e che comunica a coloro che ne vengono in possesso o in collegamento.